Le sue ballate sono sempre un viaggio, dal quotidiano all’universale passando per la porta dell’ironia o, meglio, dell’autoironia: nascono da una materia incandescente da forgiare, quella delle pulsioni, dei sentimenti e delle parole e dalla forza travolgente della musica che, come il ferro battuto dal maglio, le plasma a ritmo di colpi ben assestati. È impossibile non farsi trasportare dalle sue canzoni nei luoghi dell’immaginario e risvegliarsi all’improvviso nella quotidianità; il piede continua a battere allegro il ritmo ma l’animo è mutato. Un gioco di scatole che vengono aperte, richiuse e aperte di nuovo per svelare un contenuto che muta sempre, in un continuo rimando di emozioni e, alla fine, si scopre che anche il ferro battuto è vivo, eccome.
Amuri, gelusia, spartenza e sdegnu
Ferrobattuto
19, 20 luglio
Palazzo Pretorio, parterre
Palazzo Pretorio, parterre
